(ovvero tutto ciò che dovete
evitare nei rapporti sociali, spiegato in ciociaro dai ciociari...)
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Le pubbliche relazioni rivestono un ruolo fondamentale
soprattutto nella società di oggi, in cui si ha sempre meno tempo da dedicare
ai rapporti interpersonali, sacrificati in nome del turbinio di impegni a cui
ognuno di noi è sottoposto quotidianamente. Vorrei mettere in guardia il
pubblico del mio sito affinché eviti di incappare in uno degli errori elencati
qui di seguito (ATTENZIONE: i termini "rapata" e "ammarróne"
utilizzati in seguito sono direttamente derivati dal dialetto
isolano):
Errore frutto di ingenuità, di disattenzione o
leggerezza. La "Rapata" (termine italianizzato dal dialetto
isolano) genera disagio proprio perché si è coscienti
che poteva essere benissimo evitata se si fosse stati più attenti. Può essere
ad esempio una piccola gaffe, una frase inopportuna o indelicata,
un comportamento che ci si poteva risparmiare...
Il termine "ammarróne"
(singolare "ammaróne", plurale "ammarrùne":
dal dialetto isolano ) è
in uso non solo ad Isola
del Liri ma di sicuro almeno in tutta la media valle del Liri.
Errore più "grave" della rapata,
l'ammarróne comporta spesso un danno altrui ed è quindi causa di grossa
recriminazione e disagio. La "gravità" dell'ammarróne non è però
legata solo all'entità (spesso ingente) del danno, ma anche a una serie di fattori concomitanti
che gli conferiscono la sua tipica "fisionomia". Senza questi fattori,
non si può parlare di ammarróne vero e proprio.
Un primo parametro è l'involontarietà: l'ammarronaro non si
rende minimamente conto di arrecare un danno a qualcun altro, se non dopo aver
commesso il danno stesso. Egli agisce perciò in assoluta buona fede.
C'è poi la sproporzione tra l'entità del danno e l'evento che lo ha
generato: investendo poche energie, l'ammarronaro è capace di fare degli ammarroni
anche molto seri. Magari compie un'azione (o dice qualcosa) giusto per farla,
così.... per noia.... e questo è sufficiente a causare un'ammarróne
anche di grosse dimensioni.
Elemento centrale dell'ammarróne è l'equivoco tra ciò che si voleva
fare e ciò che invece appare all'esterno. Le buone intenzioni vengono così
percepite come azioni fatte in malefede. E' proprio questo che comporta
la maggior sofferenza per l'ammarronaro: egli è in fondo un incompreso.
L'ultimo aspetto da considerare è il loop senza via d'uscita in
cui si finisce quando si fa un ammarróne. Ogni tentativo di spiegare
come stanno realmente le cose (vedi il famoso equivoco...) non
solo si rivela del tutto vano, ma porta a un peggioramento della
situazione. Più si cerca di dare delle spiegazioni e più agli occhi
degli altri sembrerà uno squallido tentativo di giustificarsi o peggio
di prendere in giro il prossimo. E così all'ammarróne si somma un altro
ammarróne e ogni tentativo d'uscita comportarà un altro ulteriore
ammarróne....
Gli ammarronari esperti sanno che una volta fatto un ammarróne, non
bisogna cercare di rimediare all'ammarróne. E' molto meglio tacere, pur
dovendo subire i giudizi negativi di chi supporrà la nostra malafede.
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Il concetto di Stefanata
(dal nome del primo caso conclamato, verificatosi ad Isola
del Liri Superiore:
Stefano
Palleschi) è molto
complesso ed è in qualche modo legato al concetto di ammarróne,
pur distaccandosene per certi versi.
In questo caso c'è infatti una evidente volontarietà, che
costituisce un elemento essenziale della stefanata. Gli altri tre
paramentri (la "sproporzione", l' "equivoco" e il
"loop") invece permangono, conferendo alla stefanata il tipico
"sapore" dell'ammarróne (soprattutto dal punto di vista di chi
la subisce). C'è poi in verità un ulrtimo fattore-jolly di cui
parlerò in seguito....
Si diceva
dell'elemento-volontarietà.... Di fronte a un problema altrui,
del quale è venuto a conoscenza, Stefano decide di intervenire
di sua iniziativa e soprattutto senza interpellare il
diretto interessato.
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Stefano Palleschi |
Ciò che lo spinge a questa azione non è legato ad
alcun tipo di prepotenza: semplicemente egli fa quello che secondo
lui è giusto fare. Egli sa che in quel momento una certa
persona (che guarda caso è lui stesso) deve intervenire in
un certo modo (che guarda caso è ciò che lui ha in mente) per
risolvere finalmente la situazione. Egli sa che ciò che ha in mente è sicuramente
giusto e opportuno rispetto al problema da affrontare. A questo
punto interviene! Le conseguenze sono le stesse di un ammarróne: la sua
buona intenzione viene equivocata, arrecando un danno di
dimensioni sproporzionate rispetto al piccolo gesto di Stefano.
La sua piccola azione provocherà un disastro....
A questo punto ogni tentativo di ricucire lo strappo sarà vano (e
dannoso) non solo se a compierlo sarà lo stesso Stefano, ma anche nel
caso in cui ci provi il diretto interessato...
Per concludere: un poveretto improvvisamente si ritrova nel caos più
assoluto senza avere alcuna colpa, ma solo perché un giorno a Stefano
gli è scattata nella testa l'idea di una stefanata.... E se poi va a
pensare al fattore-jolly.... Il fattore jolly è presto detto: l'idea
illuminata che spinge Stefano all'azione si rivela essere una cretinata
immane, come può constatare chiunque (compreso lui stesso).
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... praticamente
l'equivalente dialettico della "Zona Cesarini" calcistica. La
"Zona Sofia" è tipica di un discorso in cui
Sofia
(sorella di Stefano Palleschi, colui che ha "inventato le
"stefanate") sta
riferendo un fatto importante. L'interlocutore è ovviamente ansioso di
venire subito al punto e cioè di arrivare all'aspetto più importante
della questione. E allora, conoscendo già cos'è la "Zona
Sofia" le chiede: "Dimmi direttamente la roba più
importante!" e lei effettivamente replica con un paio di cose che
sembrano vagamente importanti ma lasciano l'interlocutore un po'
insoddisfatto... Allora quest'ultimo la sollecita nuovamente: "Sicuro
che mi hai detto tutta la roba importante?!" e lei "Si,
credo...". |
Sofia Palleschi |
Dopo
circa 4 ore di racconti (che ormai non c'entrano niente con il discorso di
prima....) sulla marca dei calzettini del portiere di riserva
della Salernitana, sui gusti musicali dell'amico del ragazzo di una sua
amica di università, sull'accostamento di colori del vestito di un suo ex
compagno del liceo che ha incontrato in una cena di classe di due anni fà....
con estrema disinvoltura improvvisamente ritorna al fatto importante di
prima, tirando fuori avvenimenti "storici" che
farebbero passare in secondo piano la scoperta dell'America, i primi passi
sulla Luna e la scoperta della Teoria della Relatività...
I ch' c' uo'
fa' !?! |
Un ringraziamento speciale
va a Stefano e Sofia Palleschi, senza i quali la mia vita sarebbe molto più
piatta e monotona!
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